Chi, almeno una volta nella sua giornata, non si perde in un attimo di speranza?

Troppo spesso però celiamo dietro questo fervente sperare una pretesa, dimenticandoci che sperare significa avere fede e ancor di più, essere certi.

Si, CERTEZZA; un figlio di Dio ha cieca speranza nel Padre, sa di essere ascoltato e che il meglio per lui arriverà sempre anche se in quel momento non riesce a comprendere come e quando o ancor di più il perché, specialmente se la speranza in quel momento è condita con una bella manciata di dolore.

Ecco quindi che giunge in nostro soccorso San Paolo dicendoci: “OMNIA IN BONUM”, è tutto per il nostro bene, ma quanto è difficile accettarlo? Direi tanto, proprio perché come figli siamo eccellenti nel chiedere ma pessimi nel comprendere e ci risulta forse più comodo e semplice rifugiarci in un amaro vittimismo e in un orgoglio pazzo, riuscendo a crearci una nostra idea molto personale di giustizia, peggiorando le cose perdendo di vista la Verità, ritrovandoci in un luogo buio dove la speranza non esiste.

Qui S. Paolo potrebbe riprenderci e scuoterci, dicendo: “SPE SALVI FACTI SUMUS”, nella speranza siamo stati salvati. La salvezza, infatti, non è un semplice dato di fatto ma ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza e sperare è credere in una meta così eccelsa da poter giustificare tutte le sofferenze del nostro cammino. Non sappiamo nello specifico cosa ci attende ma sappiamo che NON ci sarà il vuoto, perché Gesù con il suo sacrificio ha spalancato le porte sul futuro donandoci la Speranza e chi decide di vivere con essa ha la ferma certezza di essere amato e atteso dall’Amore.

Quindi nulla si ha da temere, ne’ la solitudine, ne’ il dolore, ne’ di perdere ogni mezzo utile al proprio sostentamento poiché non si potrà mai perdere il perno della propria essenza, la speranza. Basta guardarci un po’ intorno per vedere grandi uomini che hanno fatto grandi cose armati di Fede, Speranza e Carità; per fare un esempio, San Giovanni Paolo II o San Massimiliano Kolbe, entrambi portatori di immensa luce in un periodo di tenebra. Uno sguardo più attento scoverà poi quei piccoli uomini che fanno piccole cose miracolose ogni giorno e quel piccolo uomo sei tu che leggi e il tuo prossimo, “Dio non ci ha donato uno spirito di timidezza ma di forza, di amore e di saggezza” –Tim2;1,7 –. Tutti, infatti dobbiamo saper coltivare, pregando, la speranza e diffonderla il più possibile, consapevoli che Dio è con noi e mai ci lascia e se ci sembra di non sentire la sua voce è solo perché siamo frastornati dai rumori del mondo, sta a noi allontanare l’inquinamento acustico e schierarci dal lato del bene, perché non è evitando la sofferenza che si raggiunge la gioia. Accettando e lottando noi maturiamo e guidati da potenti fari andiamo avanti, dicendo: “AVE MARIS STELLA”, ave Stella del mare, è Lei, Maria, il nostro faro più luminoso in questo mare in tempesta che altrimenti ci condurrebbe alla deriva.